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I tabù fotografici che dovresti infrangere

tabù
[ta-bù] s.m. inv.

1 Divieto di fare certe cose o di pronunciare parole o di avere rapporti con persone considerate sacre: violare un t.; la cosa o la persona oggetto di tale divieto
2 estens. Tutto ciò che è oggetto di un divieto senza fondamento oggettivo o ciò di cui si preferisce non parlare: t. sessuali

Eh sì, in fotografia i taboo sono veramente tanti e per la maggior parte ce li stiamo portando dietro sicuramente dalla fotografia analogica, quella fatta con la vecchia pellicola tanto per intenderci.

Quando ho iniziato a fotografare ero giovanissimo, la mia prima macchina Kodak mi è stata regalata alla prima comunione. A 16 anni, con una Minolta totalmente manuale ed esposimetro esterno, ho iniziato a fare i miei primi scatti sensati studiano sia tecnica che composizione ma scattando sempre “a braccio” ovvero dando sempre ascolto a quello che mi dicevano istinto e cuore.
Proprio per questo le critiche ai miei scatti sono stare abbastanza feroci. Certo erano scatti di un sedicenne che stava imparando ma è anche vero che molte delle critiche mosse a me ma non solo (tante erano quelle che leggevo sulle riviste di fotografia) provenivano da una rigidità che attaccava le persone a degli schemi che sembrava impossibile infrangere.

Ancora oggi questi schemi sono molto radicati ma la diffusione della fotografia attualmente è ben diversa da quella che era una volta e le regole sono costantemente infrante come ben si nota dalle centinaia di immagini che vediamo in mezz’ora di frequentazione di social come Facebook, Instagram, Pinterest, ecc… E molte di queste immagini sono belle!

Ok, quindi cosa dobbiamo fare???

Si studiano le regole e poi si infrangono ovviamente ^____^.

A parte gli scherzi come sempre le regole ci aiutano a raggiungere dei risultati positivi ma è anche vero che se impariamo a padroneggiarle, impariamo anche ad infrangerle al momento opportuno.

Quindi vediamo un po’ di “regole” e perché a volte è opportuno infrangerle.

XXX La regola dei terzi.

Un vincolo molto forte che però è possibile infrangere ottenendo ugualmente ottimi risultati. Ci sono per esempio immagini di panorama dove l’orizzonte è posizionato volutamente a metà del fotogramma; certo ci deve essere la ragione per cui un’esigenza compositiva ha fatto optare per questa scelta. In altri scatti soggetti non sono posizionati sul terzo ma più centrali o addirittura a bordo immagine: una persona in movimento che sta entrando nella scena si può tranquillamente mettere all’estremo della composizione per accentuare l’effetto di movimento.
Insomma ci sono casi in cui la regola va rispettata, altri in cui si può violare senza esitazione.


XXX La corretta esposizione.

Qui entriamo in un territorio molto spinoso: esiste una corretta esposizione? Sicuramente la foto deve essere leggibile altrimenti il lavoro è inutile ma tutti i dettagli all’interno dell’immagine lo devono essere? Per esempio io tendo a sottoesporre, a rendere i neri molto scuri e a volte illeggibili mentre i bianchi li alzo fino quasi a farli “sparare”; nel bianco e nero questo è addirittura enfatizzato. Abbiamo ad esempio molte immagini di fotografi famosi che sono volutamente sotto o sovraesposte.
Come sono solito dire l’esposimetro ci fornisce un’indicazione ma non è detto che si debba rispettare con precisione millimetrica. Se vogliamo dare forza e carattere ad uno scatto a volte è necessario contrastare, quindi creare giochi di bianchi e neri che a volte vanno contro la corretta esposizione.

XXX La fotografia perfettamente dritta.

Ok, ok, se sto fotografando un panorama e l’orizzonte è storto può essere fastidioso, come anche se sto facendo un ritratto frontale ma ci sono situazioni in cui la fotocamera leggermente inclinata rende la foto più caratteristica; state solo attenti a non pretendere di trasformare un errore di scatto in un pregio dell’immagine: se avete scattato storto raddrizzate ^___^.


XXX La simmetria.

Ma chi lo ha detto che negli scatti ci deve essere per forza simmetria? A volte è una caratteristica che dona forza, spesso è uno stratagemma per rendere l’immagine piacevole anche se poi in realtà è una foto che non dive nulla.
Cercate punti di vista differenti, muovetevi, salite e scendete e non fermatevi allo scatto scolastico e didascalico dei manuali.

Insomma potremmo andare aventi per delle ore ma il concetto è che oggi la fotografia è cambiata, racconta sempre ma si è adattata al linguaggio moderno, linguaggio a cui le regole, specialmente quelle di una volta, stanno un po’ strette.
State violando un tabù? Bene perché forse oggi quello non è più un tabù e se qualcuno non lo capisce… Beh non sono problemi nostri!!!

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Commenti: 3
  • #1

    Gianna molinari (venerdì, 20 aprile 2018 06:30)

    Sono piacevolmente sorpresa da queste tue considerazioni e mi trovo completamente d'accordo con te! Mi piacerebbe poter fare qualcosa assieme ma non un corso, bensì una "collaborazione" per imparare da te. Io ho molte cose da imparare....

  • #2

    Paola Alloi (venerdì, 20 aprile 2018 09:04)

    Grazie dei tuoi consigli!

  • #3

    Cristiano (venerdì, 20 aprile 2018 15:38)

    Grazie per i vostri commenti, se vi fa piacere organizzerò nel gruppo Fb "La fotografia urbana a Genova" delle uscite fotografiche di gruppo, ora che è iniziata finalmente la bella stagione ^___^